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Scrittura - Lettura

By Alessandro / Leggo, pillole-leggo

2018

Agosto

20

Enrico Brizzi – Tu che sei di me la miglior parte

Enrico Brizzi – Tu che sei di me la miglior parte

Un ritorno alle origini per il buon Enrico Brizzi che con questo romanzo ci riporta all’interno delle atmosfere di “Fruscinate” e Bastogne in un italia a cavallo tra gli ’80 e i ’90, anche se con una scritture di certo più matura e sofisticata. La storia di Tommy, orfano di padre, e dei suoi compagni di viaggio è un vero e proprio spaccato di vita adolescenziale. La scuola, le amicizie, i primi amori, lo stadio, e poi via via l’alcol, la droga, e tutta quella vasta gamma di esperienze che, in alcuni casi, possono segnare la vita di un ragazzo in maniera irreversibile. E poi, sullo sfondo, l’amore per la ragazza irraggiungibile, quella che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha finito per consacrare al mito, rendendola inconsapevolmente un’icona inafferrabile. Ester, la ragazza contesa da Tommy e Raul, il peggior amico del protagonista, così come lo definisce lungo tutto lo svolgersi della storia. Raul che è contro tutto e tutti ma che è vive in una lussuosa villa nei quartieri alti di Bologna. Raul che sembra sempre avere la risposta pronta a ogni domanda.

Dopo aver esplorato con “Il Matrimonio di mio Fratello” mondi differenti da questi, Brizzi ci riporta tra le strade di Bologna, in mezzo alla vita di tutti i giorni di piccoli delinquenti che, day by day – come direbbero oltre Manica – combattono la loro personalissima battaglia per cercare di non farsi inghiottire da quella società che, come al solito, sembra non avergli riservato alcuna collocazione.

Il romanzo è scritto molto bene e, nonostante la lunghezza (più di 500 pagine), si legge agilmente visto che le vicende di Tommy & Co riescono in qualche modo a coinvolgere il lettore che, proseguendo con la lettura, smania di sapere come andranno a finire la cose. Riuscirà Tommy a conquistare la bella e misteriosa Ester? E Raul? E’ veramente l’amico che dice di essere oppure solo un piccolo bastardo arricchito che gioca a far la rivoluzione?

Faccio i complimenti al Sig. Brizzi per questo ennesimo bel romanzo che, mi sembra di aver letto da qualche parte, lo ha provato particolarmente durante la stesura con diversi rifacimenti. Bel lavoro! Da segnalare, per un romagnolo Doc come il sottoscritto, la parte che si svolge a Rimini tra Tommy e il ragazzo che parla in dialetto romagnolo utilizzando continuamente l’intercalare Ciò, proprio come si fa dalle mie parti!

Consigliato davvero a tutti. Lettura davvero piacevole.

7.5/10

Quarta di Copertina:

Bologna, anni Ottanta: Tommy Bandiera, orfano di padre, cresce con la mamma Alice e la famiglia di lei. I racconti dell’avventuroso zio Ianez, i giochi condivisi con gli amici Athos e Selva fra cortile e parrocchia, e le prime, timide, relazioni con le coetanee scandiscono le tappe della sua crescita sino alla sconvolgente apparizione del vero amore. L’impareggiabile Ester, però, fa battere il cuore anche al nuovo arrivato Raul, che di Tommy diventerà la guida e la nemesi, il modello irraggiungibile e il “peggiore amico” capace di scortarlo attraverso le prove iniziatiche tutt’altro che innocenti dell’adolescenza. L’asimmetrico triangolo che li lega negli anni delle scuole superiori prenderà via via i colori di una tenera educazione sentimentale e di una conturbante lotta per trovare il proprio posto nel mondo; la meraviglia e la fatica del diventare grandi li metteranno di fronte a scelte non scontate e passi senza ritorno, tradimenti che li sprofonderanno nell’abisso della disperazione e inattese prove di lealtà capaci di riaccendere la fiducia, sino alla grande, incancellabile, avventura che vedrà i tre ragazzi protagonisti nell’estate dei diciott’anni. Tu che sei di me la miglior parte non è solo un’eccezionale panoramica dell’Italia anni Ottanta e Novanta rischiarata dalla prodigiosa memoria mitopoietica dell’autore – ci sono le musicassette TDK e le festicciole delle medie, lo zaino Invicta e la Vespa, i concerti scolastici e le risse sulle gradinate degli stadi – ma s’impone come un maestoso, ironico e commovente romanzo di formazione, delicato come il fortunatissimo Jack Frusciante è uscito dal gruppo e potente quanto lo sperimentale Bastogne ; i ragazzi protagonisti sono chiamati a fare i conti con l’amicizia e l’amore, la rabbia e la speranza, la scoperta del sesso e la tentazione delle sostanze proibite, la lontananza degli adulti e l’urgenza d’incamminarsi in prima persona verso un avvenire da conquistare un giorno alla volta.

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