831 pagine … forse un po’ troppe!
Gli ingredienti “alla Murakami” ci sono, la storia reale ma non troppo, mondi paralleli, sesso, ecc … tuttavia credo che la mole di questo romanzo sia un tantino esagerata nel senso che se ci fossero stati un 25% in meno di contenuti (soprattutto quelli che esulano il filone narrativo principale) sono convinto che la trama non ne avrebbe risentito. Le parti relative alla guerra ad esempio non credo siano così fondamentali per la storia. Come sempre, questo è il mio giudizio, anche perchè se non sbaglio proprio con questo romanzo, Murakami, ha vinto il Premio Yomiuri-bungaku.
Nel complesso mi è piaciuto, anche se non mi ha entusiasmato come altri suoi lavori (es. 1Q84, Dance Dance Dance, oppure Nel segno della Pecora).
6.5/10
Quarta di copertina:
In un sobborgo di Tokyo il giovane Okada Toru ha appena lasciato volontariamente il suo lavoro e si dedica alle faccende di casa. Due episodi apparentemente insignificanti riescono tuttavia a rovesciare la sua vita tranquilla: la scomparsa del suo gatto e la telefonata anonima di una donna dalla voce sensuale. Toru si accorgerà presto che oltre al gatto, a cui la moglie Kumiko è molto affezionata, dovrà cercare Kumiko stessa. Lo spazio limitato del suo quotidiano diventerà il teatro di una ricerca in cui sogni, ricordi e realtà si confondono e che lo porterà a incontrare personaggi sempre più strani: dalla prostituta psicotica alla sedicenne morbosa, dal politico diabolico al vecchio e misterioso veterano di guerra. A poco a poco Toru dovrà risolvere i conflitti della sua vita passata di cui nemmeno sospettava l’esistenza.
Un intrigante romanzo che illumina quelle zone d’ombra in cui ognuno nasconde segreti e fragilità.