Terminata un altro Murakami!
Devo dire che questo romanzo mi ha preso molto fin dall’inizio, poi però nel corso della lettura ha perso qualche colpo. Bello, metafisico, surreale, in tipico stile Murakami, tuttavia ritengo le sue 5oo pagine “e rotti” siano un po’ eccessive. In certi frangenti la storia perde di ritmo e la lettura si appesantisce un po’.
Complessivamente mi è piaciuto, anche se come dicevo ad un certo punto, avrei snellito un po’ le cose.
Il romanzo vede l’intrecciarsi di due storie parallele.
La prima è quella di Tamura Kafka, un quindicenne, abbandonato dalla madre all’età di quattro anni, che decide di scappare di casa il giorno del suo compleanno; decide di fuggire via da una profezia di tipo edipico, pronunciatagli dal padre: “ucciderai tuo padre e giacerai con tua madre e tua sorella”. Tamura ha un alter ego, il ragazzo chiamato Corvo (un altro riferimento a Franz Kafka e al termine “cornacchia”, che in ceco si scrive kavka), il quale comunica spesso con lui telepaticamente. Kafka nella sua fuga si dirige verso lo Shikoku, e passa le giornate in una biblioteca privata di Takamatsu, la biblioteca Kōmura, dove conosce il bibliotecario factotum Ōshima, un personaggio che, nonostante le apparenze, si rivelerà essere una donna. Tra i due nasce un’amicizia disinteressata e Ōshima propone a Tamura di aiutarlo in biblioteca in cambio di ospitalità e di un piccolo salario. Coordinatrice della biblioteca è la signora Saeki, una donna non più giovane ma molto attraente, dal passato alquanto misterioso: da giovanissima era stata una cantautrice famosa grazie a una sola canzone da lei composta, dal titolo “Kafka sulla spiaggia”, ma poi scomparve dalle scene e si ritirò a vita privata. Tamura se ne innamora e crede di vedere in lei la propria madre e, nonostante la profezia dalla quale tenta di fuggire, ha con essa un rapporto d’amore.
La seconda vicenda è quella di Nakata, un vecchietto rimasto un po’ stupido a seguito di un misterioso incidente avuto da bambino: durante una gita di montagna con la scuola nel novembre del 1944, tutti i bambini cadono per alcuni minuti in un misterioso trance; solo Nakata non si svegliò che due settimane dopo. Questo incidente gli ha portato come conseguenza l’incapacità di leggere e scrivere, anche se nel corso della storia si verrà a conoscenza di svariate capacità paranormali di Nakata, come quella di parlare con i gatti. Un giorno, dopo che gli è affidato il compito di cercare la gatta Goma, si imbatte in uno strano personaggio di nome Johnnie Walker, che rapisce i gatti per ucciderli e rubare la loro anima: questi chiede a Nakata di ucciderlo, e in cambio lui la smetterà di torturare i gatti. Nakata, pur mantenendo la sua innocenza, lo uccide. Si consegna subito alla polizia, ma il giovane poliziotto di turno non gli crede. Nakata decide così di andare via dal suo luogo natio, Nakano, andando verso posti a lui sconosciuti, accompagnato dal giovane camionista Hoshino. Nakata non si allontana da Nakano per sfuggire alla polizia, ma perché sente di avere un compito da svolgere: così si ritrova a viaggiare verso lo Shikoku, e dopo svariate ricerche, giunge alla biblioteca Kōmura e incontra la signorina Saeki.
Anche se Tamura e Nakata non si incontrano mai, le loro vicende sono legate in maniera complessa da eventi fantastici e misteriose coincidenze, basate sul tema della memoria e dei ricordi.