Più che un romanzo, racconti che vivono di vita propria e che, solo nel finale, si intersecano sommariamente. Una lettura non facile, anche se scritta molto bene.
6/10
Quarta di Copertina: Talmadge e Micah abitano abusivamente in un appartamento di Manhattan, vivendo serenamente degli avanzi che trovano nei cassonetti, ma il loro equilibrio subisce una scossa quando devono ospitare un vecchio compagno universitario. Elwin, un linguista di mezza età lasciato dalla moglie, deve fare i conti con un padre malato che va perdendo la memoria. Sara, un’avvenente vedova dell’11 settembre, vede sgretolarsi il rapporto con la figlia adolescente e con il secondo marito, Dave, un uomo che ha costruito la sua fortuna riscuotendo debiti scaduti. A partire dai detriti, reali e metaforici, delle loro esistenze, Jonathan Miles costruisce un romanzo corale dagli incastri perfetti, tenuto insieme da una prosa impeccabile e da una profonda riflessione etica sul concetto di spreco e di consumo, per giungere alla conclusione che tutto, ma proprio tutto, può essere salvato.