Dopo “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” è ovvio che ognuno di noi si aspettava molto dal secondo romanzo di Jonasson, tuttavia si sa che l’opera della conferma è spesso molto più difficile di quella d’esordio.
Lo stile è quello del Centenario, con un intreccio di storie inverosimili e grottesche, ma come si dice … già visto … e anche meglio. Il romanzo corre via liscio liscio come l’olio, con i protagonisti che ricreano le atmosfere del Centenario, inserendo personaggi storici reali ad interagire con il resto della ciurma, ma nonostante la storia sia carina, ogni capitolo sembra un “B-Side” del primo romanzo, che a mio giudizio è davvero uno spasso.
Credo che Jonasson si sia preso un bel rischio (solo a livello di critica, non a livello di vendite) a scrivere un altro romanzo “molto simile” al precedente, un romanzo d’esordio che ha venduto qualcosa come sette milioni di copie nel mondo. Qui non stiamo parlando di un seguito o di una possibile trilogia come Millennium, 50 Sfumature, ecc … qui stiamo parlando di una storia completamente diversa dalla precedente ma con lo stesso identico stile di scrittura e copione.
Lo consiglio solo a chi ha già letto il Centenario, per chi invece fosse vergine di Jonasson e volesse farsi una lettura spassosa, consiglio il Centenario che salto dalla finestra e scomparve.