Una bella storia, scritta bene e che fa riflettere sul bene e il male presso considerati “troppo” in valore assoluto.
Voto 7/10
Quarta di Copertina:
Monterosso è un paese di provincia come tanti: la scuola, l’edicola, il bar che raduna disoccupati e pensionati, un negozio di alimentari che da quando ha aperto il supermercato fa un po’ fatica a resistere, bande di ragazzini e una chiesa dove non entra più nessuno. Inviato dal vescovo a verificare la gestione della parrocchia, don Filippo cercherà di non ascoltare le allusioni su don Paolo che tutti in paese velatamente gli sottopongono: sussurri, chiacchiericcio, lettere anonime. Solo Rosa Borghi, dopo l’incidente che ha quasi ucciso suo figlio – o è stato un tentato suicidio? –, accusa apertamente il giovane parroco di traffici e manipolazioni. Ma la verità è esigente e non conosce compromessi: lo sa bene don Filippo, dopo una vita trascorsa a difendersi dalle maldicenze che hanno investito pure lui sin dal primo incarico.