Ogni tanto mi concedo alla lettura di una biografia o autobiografia. Tanto per citarne alcune lette negli ultimi anni, segnalo quella di Jordan Belfort (Il lupo di Wall Street), Steve Jobs, Albert Einstein, John Nash, ecc.
Sapevo dell’enorme successo di questo libro, tuttavia non ero molto incline a leggerlo. Sono stato un appassionato di tennis anni addietro, ma Agassi è stato uno di quei tennisti che non mi ha mai appassionato molto.
Estate 2015 e sotto il sole di libri se ne leggono parecchi (figli permettendo) quindi mi sono detto che forse ci poteva stare un break dalla narrativa per passare a qualcosa di diverso.
Letto in una decina di giorni, devo dire che mi è piaciuto. Indubbiamente la penna di J. R. Moehringer ha sicuramente fatto la differenza per quanto riguarda la scorrevolezza del testo, tuttavia i contenuti, anche se un po’ ripetitivi, mi hanno coinvolto, facendomi per un attimo ritornare la voglia di fare una partita a tennis come ai vecchi tempi.
La determinazione di Agassi e il suo continuo combattere con i demoni della sua vita, il continuo ripetersi di odiare il tennis ma di non poterne fare a meno sono un concetto un po’ scontato visto che il tennis, nonostante tutto, gli ha dato da vivere alla grande.
Non sapevo molto sulla sua vita a parte che un giorno si era presentato come il cantante dei Van Halen, e il giorno dopo come Telly Savalas, quindi leggere del suo rapporto con il padre-padrone e delle sue avventure adolescenziali, mi ha fatto riflettere e sorridere.
Un libro consigliato a tutti gli amanti del tennis e del tema ragazzo prodigio ma incompreso.