Irriverente, forse pure troppo. Il primo romanzo di Niven è uno “sparatutto” sul suo mondo precedente, quello della musica. Le situazioni splatter e la volgarità, in alcuni passaggi, appaiono un po’ gratuite. Tuttavia, visto che il mondo della musica “è un po’ anche mio”, l’ho letto con piacere.
7.5/10
Quarta di Copertina: Londra, 1997. Il New Labour è al potere, il Brit-pop è al suo apice e l’industria discografica non è mai stata cosí bene. Forse. Steven Stelfox è un discografico di successo, alla costante ricerca della prossima hit. E non si ferma mai, grazie a una dieta fatta di cinismo, sesso e quantità smodate di cocaina. Del resto, stordirsi è l’unico modo per resistere in un ambiente pieno di colleghi incompetenti e spietati, per i quali la musica è l’ultimo degli interessi. Un posto dove i sogni degli altri bruciano nelle fiamme dell’inferno. Ma via via che i successi si fanno piú rari, e la scena musicale inizia a sentire i venti della crisi che la cambierà per sempre, Stelfox capisce che è tempo di prendere sul serio – anzi, alla lettera – il motto alla base del mondo degli affari: mors tua vita mea.